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Il progetto enologico

Il progetto enologico dei vini della Cascina Eugenia rappresenta una sfida nello scenario vitivinicolo.
Anche se la presenza di vigneti nei dintorni di Pettenasco è documentata dal IX° secolo, e sopravvive ancora qualche caso di piccola produzione di vino “americano” e di nebbiolo a livello di consumo famigliare, la nostra è stata la prima iniziativa per la produzione di vino in modo professionale e con esiti commerciali.

Dunque, a nostra conoscenza il primo vino ufficiale prodotto sul lago d’Orta: un luogo non convenzionale per questo tipo di attività, nel quale ai vantaggi di una produzione enologica in un posto incontaminato, a mezza costa di una montagna fatta di graniti e di scisti, si affiancano anche i rischi connessi a una pluviometria eccezionale (oltre i 2.000 mm la media annuale: tre volte quanto piove in Borgogna).

Per la comprensione del potenziale enologico di Pettenasco si sono resi necessari una lunga serie di studi tecnici.

Il periodo dal 2007 al 2009 è stato caratterizzato da una serie di controlli e ricerche per seguire l’andamento delle maturazioni e identificare le particolarità di ogni parcella nel vigneto.

Sono state realizzate micro-vinificazioni per conoscere i parametri analitici e sensoriali delle uve e per provare le tecniche di vinificazione più idonee per il profilo del vino che si voleva ottenere nel rispetto dei principi biodinamici.

Questi primi studi sono stati fondamentali per comprendere l’identità potenziale dei nostri vini e per orientare le scelte successive in cantina.

Ci hanno anche consentito di stabilire una stretta relazione tra la realtà del vigneto e la progettazione della cantina, che è stata equipaggiata con contenitori in acciaio e legno pensati e dimensionati per ogni micro-parcella.

Principi di lavoro: le motivazioni principali che hanno inspirato il progetto enologico di Cascina Eugenia sono stati il rispetto per l’impostazione biodinamica e l’obiettivo di arrivare al migliore risultato enologico possibile nella realtà del lago.

Cerchiamo l’autenticità in ogni dettaglio. Crediamo che la qualità inizia nel vigneto e è l’unica possibilità di sentire il gusto del territorio nel vino.

In cantina il lavoro rispettoso, manuale e attento cerca di rivelare l’espressione qualitativa di ogni acino nel vino. La conoscenza delle particolarità delle micro-parcelle nel vigneto, in particolare per l’andamento della maturazione delle uve, permette di identificare i giorni di raccolta più adeguati e il tipo e la durata di estrazione durante le fermentazioni.

La vendemmia è manuale, la selezione delle uve in vigneto molto rigorosa. Le rese medie di produzione per pianta sono molto basse. Nel periodo iniziale (2008-2012) si sono prodotti: circa 2 bicchieri per pianta di vino bianco prodotto da uve stramature, 2 bicchieri per pianta di vino rosso e 3 bicchieri per pianta di vino bianco.


Tutte le fermentazioni sono spontanee, realizzate dai lieviti autoctoni delle nostre uve. Nessuna aggiunta di prodotti esogeni per chiarificare o stabilizzare i vini: a questo fine vengono sfruttate le differenze di temperatura naturali del cambio di stagione. L’unico prodotto oltre all’uva usato in piccoli dosaggi per la produzione del vino è l’SO2, impiegato durante la conservazione e prima dell’imbottigliamento dei vini.

Dopo le fermentazioni ogni micro-parcella segue un percorso di affinamento in acciaio o in legno per ottimizzare le caratteristiche principali dei vini: alcuni vini sono potenzialmente più espressivi nell’aroma e altri più completi in bocca.

Quando raggiungono la loro massima espressione vengono assemblati e imbottigliati a mano, bottiglia per bottiglia.


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Il principio della naturalità è rispettato durante tutto il processo di creazione dei vini.

Questa scelta, insieme alle scelte tecniche durante il trattamento del mosto e delle vinificazioni, influisce fortemente sulla potenzialità di invecchiamento dei vini. Preferire un’ossidazione misurata e basse dosi di SO2 durante la prima fase di vinificazione aiuta il vino a eliminare i composti che si ossiderebbero in seguito, e in questo modo il vino si mantiene vivo per più tempo.

Una caratteristica dei nostri vini è infatti la longevità: allo stato attuale di conoscenza almeno 10 anni per il vino bianco e il vino rosso e 30 anni per il vino prodotto da uve stramature.

Sottolineiamo che una volta aperte le bottiglie continuano a evolvere per giorni: un bel segnale che il vino è pieno di energia vitale.

Monica Rossetti, enologa